Google alla sbarra

googlevideoDa MilanoQual è il limite tra pubblico e privato? E’ questo l’interrogativo che sta diventando sempre più attuale, almeno dall’avvento di YouTube in poi. Da quando il Web 2.0, quello che cresce da solo a prescindere dalle intenzioni dei suoi creatori, quello che si sviluppa verso direzioni spesso impensabili, si è diffuso a macchia d’olio nel web, il problema della tutela della privacy e divenuto di stretta attualità.


Proprio in quest’ottica è iniziato ieri, davanti alla IV sezione del tribunale di Milano (giudice monocratico Oscar Maggi), il procedimento che vede coinvolti 4 dirigenti di Google accusati a vario titolo di concorso in diffamazione e violazione della privacy nei confronti di un ragazzo disabile insultato a scuola, a Torino, e ripreso in un video che è finito, manco a dirlo, su Google Video. Sotto accusa sono David Carl Drummond, presidente del Cda di Google Italy S.r.l. e successivamente amministratore delegato; George De Los Reyes, membro del Cda di Google Italy e poi Ad; Peter Fleitcher, responsabile delle strategie per la privacy per l’Europa di Google Inc.; Arvind Desikan, responsabile del progetto Google Video per l’Europa.
L’accusa è quella di avere violato il decreto legislativo 196 del 30 giugno 2003, che regolamenta il trattamento dei dati personali, al fine di trarne profitto.
Infatti il servizio Google Video e sì gratuito, ma realizza proventi con la raccolta pubblicitaria e quindi è finalizzato ad un’attività lucrativa.
La prossima udienza si terrà il 29 settembre ed è da seguire con molta attenzione perché questo procedimento potrebbe gettare le basi giurisprudenziali per riempire un vuoto normativo che ha consentito molte libertà, fino ad oggi, in tema di privacy e che potrebbe, improvvisamente, determinare un “giro di vite”.



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