Coraline: quando l’impossibile diventa possibile

coralineDa MilanoHenry Selick vi dice niente? E’ il regista di The Nightmare Before Christmas, un film nel “lontano” 1993 girato in Stop Motion, quindi senza l’ausilio della Computer Graphics , e che è probabilmente, tutt’ora, il più grande lungometraggio di animazione mai realizzato.
Ora Selick ci riprova con Coraline, tratto dall’omonimo romanzo di Neil Gaiman, un lungometraggio di animazione che miscela una serie impressionante di tecniche di animazione, tali da fare gridare quasi al miracolo.


Coraline è, nella sua struttura più pura e vera, un film in Stop Motion, ovvero realizzato utilizzando personaggi modellati in argilla (prima e poi lattice) e animati con una struttura scheletrica in filo di ferro. Il sistema è semplice: si sposta, ad esempio, una mano di un personaggio di un millimetro (anche meno) e si scatta una fotografia, la si sposta di un altro millimetro e si scatta un’altra foto. E così via, per decine, migliaia di foto che alla fine vanno a comporre un unico movimento fluido: un lavoro immane.

coralinebisPeccato che lo spettatore seduto nella sua comoda poltroncina del cinema non possa essere messo al corrente, magari con un filmato introduttivo che spiega le fasi della lavorazione, delle tecniche richieste per realizzare questo lungometraggio, perché quello è lo spettacolo nello spettacolo.
Coraline è stato girato in 3D stereoscopico per potere essere apprezzato nelle sale cinematografiche opportunamente attrezzate con gli appositi occhiali.
Ma la cosa interessante è il crogiolo di tecniche che c’è dietro. Si è parlato di Stop Motion, certo, ma pensare di realizzare un film di questa portata muovendo tutti i “pupazzetti” uno alla volta, sarebbe stato davvero folle.
Tutte le miniature sono state scannerizzate e importate in Maya per la realizzazione dei modelli 3D che sono andati ad integrare quelli tradizionali con una logica che è un po’ quella delle controfigure: laddove sia possibile si va col protagonista in primo piano.
Qualcuno si potrebbe chiedere perché il film non è stato semplicemente girato tutto in 3D: è una questione di profondità, di realismo e… di poesia.
I film girati con personaggi in reali e la tecnica dello Stop Motion hanno una profondità che l’animazione in Computer Graphics, per quanto sofisticata e per quanto le luci vengano applicate in modo sapiente nella fase di rendering, si sogna. E’ davvero un’altra cosa.


Il ricorso alla CG è servito per abbreviare i tempi di lavorazione che altrimenti sarebbero stati davvero infiniti, basti pensare che Coraline è in grado di assumere 207.336 espressioni facciali. Gestire solo quelle con la tecnica dello Stop Motion avrebbe richiesto 4 anni di lavoro, moltiplicate per tutto il resto e avrete un’idea: probabilmente il film sarebbe uscito nel 2015.
L’altra cosa davvero impressionante di Coraline è il morphing facciale, ovvero la capacità del personaggio di modificare le espressioni. Jack Skeleton, il protagonista di The Nightmare Before Christmas, aveva 150 potenziali espressioni, Coraline ne ha oltre 200.000!
Questo è il primo film di animazione in stop-motion a includere una sequenza di morphing, incentrata sull’Altra Madre, che si svolge in più di 130 fotogrammi (circa 6 secondi) e ha richiesto 50 sostituzioni. La stessa Coraline è capace di assumere 15 diverse espressioni in 30 secondi.
Insomma una meraviglia per gli appassionati di 3D ma anche per chi vuole solo sognare a occhi aperti. Un lavoro di produzione apparentemente impossibile che solo le nuove tecnologie, combinate tra loro, hanno potuto rendere realizzabile



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