iPhone 8: è l’ora della realtà aumentata

da Milano – Maggio 2015, Apple acquista Metaio, società tra le più promettenti nel settore della realtà aumentata fondata nel 2003, anzi, a dirla tutta acquista la piattaforma AR più stabile e versatile sul mercato sia per qualitàdel riconoscimento che per facilità di scambio dati con soluzioni cloud.

Poi il silenzio.

Ora, dopo quasi due anni trapelano le prime indiscrezioni sull’uscita, prevista per

Settembre 2017, del nuovo iPhone 8, il 7s meglio archiviarlo visti gli ultimi dati di mercato non incoraggianti, che dovrebbe presentare come innovazione principale proprio l’inclusione della realtà aumentata.

La startup italiana VN3D

Tale funzionalità dovrebbe (altro condizionale) essere inserita all’interno dell’App fotocamera. Chiaro sono solo supposizioni, però Apple ha acquistato con un buon anticipo la tecnologia, perché non usarla in un settore, quello della realtà aumentata, che prevede, secondo gli analisti, aumenti di fatturato a doppia cifra?

Poi ci sarebbe anche la questione Samsung Gear VR da risolvere. Il principale concorrente di Apple, nel mondo del mobile, ha da tempo, puntato sulla realtà virtuale producendo un dispositivo che si interfaccia perfettamente coi Samsung di ultima generazione, consentendo di accedere a tutti, in modo semplice, a un mondo fantastico e completamente virtuale. Wow.

Avendo perso troppo tempo sul fronte della realtà virtuale la risposta di Apple può venire solo dalla realtà aumentata che non necessita di visori dedicati ma solo dello smartphone, l’iPhone appunto.

Ma in che modo integrare questa tecnologia nei nuovi melafonini? L’approccio più semplicistico suggerirebbe la creazione di un database di oggetti e luoghi riconoscibili puntandovi la fotocamera dell’iPhone. In questo modo, una volta avvenuto il riconoscimento dell’oggetto, ovvero attivato il “click” virtuale, può essere restituito un contenuto, probabilmente un hyperlink a una pagina di spiegazione (magari Wikipedia). Certo lo fa già Google Googles, da qualche anno, la tecnologia non ha mai suscitato palpitazioni particolari negli appassionati del mondo virtuale ma con Apple molte cose finiscono per funzionare anche se sembrano in partenza scontate.

Certo, il limite di Google Googles è di essere ridondante. Se io inquadro il Duomo di Milano, viene riconosciuto e l’app mi porta alla descrizione di Wikipedia o ai link rilevanti, tuttavia se io so già che quello è il Duomo di Milano posso impostare la stessa identica ricerca su Google, in maniera più rapida.

L’app potrebbe servirmi se io non sapessi di trovarmi davanti al Duomo, tuttavia pare poco probabile… Se poi si inquadra un oggetto qualsiasi l’App idealmente allarga le mani in segno di sconforto.

Quindi, riconosce cose già riconoscibili.

Davvero Apple si vorrebbe fermare qui? Difficile da credere. L’azienda di Cupertino ci ha abituato a mosse che stravolgono i cicli produttivi. Li rivoluzionano.

Con l’iPod ha imposto iTunes, quindi un nuovo sistema di acquistare musica, con iPhone ha portato al successo l’App Store, la vera risorsa del suo smartphone, con la possibilità di implementarne in modo infinito le funzionalità.

Se io fossi Tim Cook semplicemente replicherei il meccanismo.

Basta rilasciare le API di Metaio, o di quello che nel frattempo è diventato dopo l’acquisizione, con la nuova versione di XCode (il programma di sviluppo di Apple). Gli sviluppatori di tutto il mondo potrebbero a quel punto realizzare migliaia di App di realtà aumentata solo per il melafonino.

Fine della concorrenza, in tutti i sensi.

Non degli sviluppatori, beninteso, anzi questi potrebbero giovarsi del nuovo strumento per realizzare app ancora più interessanti. Finirebbero gli altri detentori di tale tecnologia, Vuforia, Aurasma, Layar.

Dovrebbero allearsi magari con Google/Android. Peccato che Google abbia già la sua piattaforma di realtà aumentata: Wikitude e che abbia investito svariate centinaia di milioni di dollari per finanziare la StartUp di realtà aumentata Magic Leap, il cui scopo è quello di mettere a punto un algoritmo in grado di modificare i pixel tra realtà e oggetto virtuale/aumentato, eliminando in questo modo la sensazione di finto, artificioso, sovrapposto. Il risultato finale dovrebbe essere una perfetta integrazione tra reale e virtuale, indistinguibile a occhio umano.

Questo più o meno lo scenario.

Ah già, poi il nuovo iPhone avrà la doppia fotocamera, probabilmente un display curvo, magari dimensioni ancora maggiorate, forse più modelli, ma non è questo il punto…

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