A Popsophia 2012 “Il Vangelo secondo Steve Jobs. Apple tra tecnica e filosofia”

Posted On 11 Lug 2012
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steve_jobsDa Milano – Con un’instancabile riflessione intorno alla ricerca socratica dell’unità del valore fra giusto, vero e bello e al principio bauhausiano del less is more, Steve Jobs ha rivoluzionato non solo la mera parte hardware ma anche e soprattutto il tradizionale rapporto tra tecnologia e arte fondendole irrimediabilmente in una continua ricerca di perfetto equilibrio fra essenza e funzione. Ha indagato a suo modo l’anima stessa dell’individuo, esattamente come un evangelizzatore e non a caso in molti parlano di lui come di un guru e della Apple come di una religione, con massime che suonano come precetti.
Così come l’uomo, mangiando dall’albero della conoscenza si è spinto oltre il limite a lui imposto, allo stesso modo tutta la filosofia di Steve Jobs si fonda sul valicamento del limite. E la mela, simbolo principe di quel peccato originale, diviene logo e nome della sua azienda.
Come già scritto da Wired Italia nel servizio “Il Vangelo secondo Steve Jobs” a lui dedicato dopo la sua morte, “Steve Jobs è risorto a eterno genio informatico” -ma- “non siederà alla destra di nessun padre perché non ha predecessori né compagni ad attenderlo”.

Tra i fenomeni della pop culture che il Festival del Contemporaneo Popsophia esaminerà nel corso della sua seconda edizione (12 luglio – 15 agosto, Civitanova Marche, MC) non poteva mancare il genio visionario autore di una delle più grandi rivoluzione tecnologiche e filosofiche del XXI secolo: Steve Jobs.

A meno di un anno dalla sua scomparsa, il Festival Popsophia gli dedica una mostra dal titolo agiografico: “Il vangelo secondo Steve Jobs. Apple tra tecnica e filosofia”, nell’insolita, e altrettanta mistica, location della Chiesa di San Francesco di Civitanova Alta (Mc).

Dopo le esposizioni aventi come oggetto il mondo Apple e la figura di Steve Jobs di Torino e di Milano, quella che Popsophia inaugurerà il 12 luglio ripercorrerà in maniera inedita la storia di un’azienda iniziata nel garage di Cupertino e divenuta una vera e propria filosofia.

Non un percorso cronologico tra i prodotti Apple ma un viaggio iniziatico verso la ricerca della massima purezza: una ricerca ostinata e continua, che sin dagli inizi degli anni Settanta ha accompagnato e ispirato Jobs la sua vita, professionale e personale. Un percorso visivo e multimediale che riassume la parabola di un uomo che ha aiutato il mondo a cambiare il modo di vedere le cose, che parte dal dettame del Nuovo Testamento scritto da Jobs a fine anni ’70, con la creazione dei primissimi Apple, e approda alla rivelazione, l’ “Apocalisse” del digital lyfestyle e delle quattro I – Imac, Ipod, Iphone, Ipad sul sorgere del nuovo Millennio.
Il tutto non senza passare per le produzioni aprocrife del decennio di una Apple senza Jobs, nel periodo a cavallo fra anni ’80 e ’90 e per il ritorno del figliol prodigo alla casa natale da dove era stato allontanato a 30 anni: un ritorno sulle ali del motto “Sorry, no beige!” caratterizzato dalla morbidezza delle forme e dalla giocosità del colore.
La lettura della mostra passa poi, con le ultime due sezioni, attraverso il simbolico riferimento alla prima e alla seconda lettera ai Corinzi: due momenti dedicati a chiarire i dettami della dottrina di Jobs in una continua ricerca del perfetto equilibrio fra essenza, estetica e funzione.
Nel corpo centrale, una vera e propria nave costituita da ampie teche, saranno ospitati gli oggetti fisici di culto della storia Apple (in gran parte provenienti dalla collezione privata di Sandro Parcaroli) mentre nelle quattro nicchie degli altari laterali della chiesa saranno proiettati video e interviste sulla storia dell’azienda e del suo fondatore, comandati dall’utente su i-pad collegati via apple-tv ai proiettori.
Tutto ciò mentre sull’altare centrale si celebrerà l’ultimo miracolo di Jobs, l’Ipad, e sullo sfondo il messia della tecnologia vestirà i panni del santo, in una grande opera firmata dall’artista americano Marc Burckhardt, che rende l’icona pop Steve Jobs una vera e propria icona religiosa, la stessa pubblicata da Wired nel numero a lui dedicato dopo la sua scomparsa.

Un’applicazione creata ad hoc accompagnerà il visitatore in un percorso di avvicinamento ai fondamenti della nuova dottrina tecnologica e digitale.
La mostra “Il vangelo secondo Steve Jobs. Apple tra tecnica e filosofia” prende vita in partnership con MedStore, azienda che ha sposato la filosofia di Jobs, divenendo, nel corso dei trent’anni di attività, marchio di garanzia per la distribuzione Apple in tutto il Centro Italia. È curata da Sara Francia e con il supporto per la parte tecnologica, dell’ingegner Emanuele Frontoni, docente dell’Università Politecnica delle Marche.
Dopo la chiusura nel mese di settembre, il progetto mostrerà i suoi aspetti più formativi nel mese di ottobre, rivolgendosi al mondo delle scuole e promuovendone attività complementari.

Ingresso libero.
Orario di apertura dal 12 luglio al 31 agosto: tutti i giorni dalle 18.00 alle 23.00 dal giovedì alla domenica, dalle 19.00 alle 24.00. Giorno di chiusura: lunedì. Per il mese di settembre consultare il sito www.popsophia.it

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