Si videogioca in 7 famiglie italiane su 10, ma per vincere le diffidenze dei genitori c’è bisogno di informazione

Posted On 22 Ott 2010
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immagine-23Da Roma  – Il videogioco è ormai parte integrante della quotidianità degli italiani: sono infatti 7 su 10 le famiglie in cui si videogioca abitualmente ogni giorno. È quanto emerge dall’indagine AESVI – Associazione Editori Software Videoludico Italiana – sull’atteggiamento dei genitori italiani nei confronti dei videogiochi, realizzata con la collaborazione di ISPO e presentata oggi in anteprima durante il Games Forum 2010 parallelamente ad una ricerca condotta da La Sapienza di Roma per conto di Adiconsum sull’universo dei figli.
 

Giunto alla sua seconda edizione, il Games Forum è un evento promosso da AESVI e fortemente voluto dall’On. Antonio Palmieri, membro della Commissione Cultura, Scienze ed Istruzione presso la Camera dei Deputati, con lo scopo di creare un momento di incontro tra le istituzioni e i principali attori dell’industria videoludica italiana.
L’edizione 2010, Intitolata “Genitori nell’era digitale: il videogioco in famiglia”, è dedicata al ruolo del videogioco  all’interno del nucleo familiare, tema approfondito attraverso lo studio sui genitori italiani svolto da ISPO e all’indagine Adiconsum, che ha invece analizzato i comportamenti di oltre mille ragazzi di età compresa tra i 10 e i 12 anni ed è stata realizzata con l’aiuto dei ricercatori dell’Università La Sapienza di Roma all’interno delle attività del Centro Italiano per la Sicurezza in Internet condotto da Adiconsum e Save the Children Italia.

Nonostante il videogioco sia una delle forme di intrattenimento più diffuse all’interno delle case degli italiani, sembrano permanere alcune diffidenze da parte dei genitori, a volte spaventati da pericoli o presunti tali, legati all’utilizzo prolungato del gioco.
Se il 20% dei genitori oggetto dell’indagine ISPO (percentuale che sale al 40% se si prendono in considerazione quelli di età compresa tra i 25 e i 34 anni), non solo esprime posizioni nettamente favorevoli, ma videogioca abitualmente con i propri figli, nel 35% del campione prevale ancora un atteggiamento diffidente.
Atteggiamento confermato anche dalle interviste esaminate dai ricercatori dell’Università La Sapienza, che testimoniano come, nel 68% dei casi, i genitori dettano regole e pongono limiti temporali all’esperienza di gioco, per prevenire, piuttosto che correggere un uso scorretto dei videogiochi. Sempre dalle interviste, emerge infatti come in meno della metà dei casi (44%) questi limiti vengano effettivamente imposti a seguito di un utilizzo prolungato.

Il videogioco rimane quindi un argomento che divide e fa discutere gli adulti, divergenze di opinione che sembrano tuttavia essere legate alla specifica conoscenza del tema: l’indagine ISPO dimostra che le principali resistenze e paure nei confronti del videogioco vengono prevalentemente dai genitori non giocatori, che non hanno esperienza effettiva delle peculiarità di questa forma di intrattenimento. Al contrario, l’uso diretto dei videogiochi ne favorisce l’accettazione e riduce la portata dei pregiudizi e il timore per presunti pericoli, mentre per i ricercatori de La Sapienza gli adulti che condividono l’esperienza di gioco con i bambini, sono anche i più propensi a partecipare anche alla scelta e al processo di acquisto (27%).

Non solo, sempre secondo l’indagine ISPO, oltre il 40% dei genitori italiani che giocano su base quotidiana attribuisce al videogioco un ruolo chiave nella relazione con i loro figli, ritenendolo uno strumento ideale per condividere esperienze e divertimento, creare complicità e rinsaldare la relazione.
Una riflessione di grande interesse soprattutto in prospettiva futura: il numero in crescita di adulti videogiocatori lascia infatti pensare che i videogiochi potranno assumere un ruolo importante all’interno della complessa relazione genitore-figlio, a patto che i genitori sappiano assumersi la responsabilità educativa e di accompagnamento loro propria.
Un trend confermato anche dall’indagine de La Sapienza: se il 76% degli intervistati preferisce giocare da solo, il 20% del campione afferma di condividere spesso l’esperienza di gioco con i propri genitori, considerati un punto di riferimento fondamentale specialmente nella fruizione di contenuti particolarmente complessi o dedicati ad un pubblico più adulto.

In questo contesto grande importanza assume il sistema di classificazione PEGI: poco conosciuto dai genitori – meno del 30% afferma di sapere di cosa si tratti, per ISPO – , coloro che dichiarano di utilizzarlo lo ritengono nel 70% dei casi un metodo molto utile per orientarsi all’acquisto (il 45% pensano sia addirittura il modo migliore).
È invece la quasi la totalità (80%) dei ragazzi oggetto dell’indagine de La Sapienza a conoscere e utilizzare il PEGI per orientarsi nella scelta dei giochi.

Alla luce dei risultati emersi attraverso le indagini, appare evidente l’importanza dell’informazione: AESVI e Adiconsum hanno annunciato, sempre nel contesto di Games Forum 2010, la campagna informativa “Conoscere, utilizzare e condividere: tutti a scuola di videogiochi con AESVI e Adiconsum”. Rivolta a genitori, insegnanti e ragazzi delle scuole medie, l’iniziativa coinvolgerà istituti scolastici distribuiti su tutto il territorio italiano a partire dal prossimo mese di novembre e proseguirà fino ad aprile 2011.

“Ritengo fondamentale non lasciare da sole le famiglie nell’affrontare l’impatto che il videogioco ha nella vita dei figli e nel rapporto con loro e per questo da due anni lavoro in questa direzione” – dichiara l’On. Antonio Palmieri, membro della Commissione Cultura, Scienze ed Istruzione presso la Camera dei Deputati – “Il Games Forum è una giornata speciale, che serve per fare il punto sulla questione, sotto ogni punto di vista: educativo, sociale e anche economico”.

“La scelta di incentrare il Games Forum di quest’anno sul tema della famiglia nasce dalla consapevolezza che il videogioco sta assumendo un ruolo sempre crescente nella vita quotdiana degli italiani, facendo emergere la necessità di trovare uno spazio di riflessione sui cambiamenti che ciò comporta nelle dinamiche relazionali tra genitori e figli” – sottolinea Gaetano Ruvolo, Presidente AESVI – “Grazie alla collaborazione con Adiconsum, abbiamo dato vita ad una campagna che fornisce agli adulti le giuste chiavi di lettura per comprendere i meccanismi di funzionamento del mondo videoludico dando così una risposta concreta al bisogno informativo delle famiglie” “Come emerso dalla ricerca ci conforta il fatto che alcuni genitori guidino il figlio nella scelta del videogioco e ne condividano con lui anche alcuni momenti trasformandolo così in momento di comunicazione. Siamo convinti che” – afferma Paolo Landi, Segretario Generale Adiconsum – “una corretta scelta del videogioco, attraverso i mezzi oggi disponibili quali il PEGI, può sicuramente aiutare le famiglie nell’assumersi il loro specifico ruolo educativo. Questo è ciò che Adiconsum vuole trasmettere, a genitori ed insegnanti, attraverso la campagna condotta in collaborazione con AESVI.”

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