UP: un anno per animare 10.000 palloncini

Posted On 29 Mag 2009
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pixarupDa Milano – Tutto inizio nel 2001 o giù di lì. In quel periodo il film interamente in 3D, Final Fantasy, tratto dall’omonima serie di videogiochi, e diretto da Hironobu Sakaguchi e Moto Sakakibara fece gridare al miracolo. La dottoressa Aki Ross, protagonista del lungometraggio, sfoggiava per la prima volta un caschetto di capelli che si muovevano nell’aria come se fossero veri. Nessuno prima di allora si era mai spinto così avanti, per effettuare il rendering dei capelli. Una specie di miracolo costato ore e ore di rendering e uno sforzo produttivo mai visto, che però da quel momento è diventato uno standard acquisito.
Ora il mondo del 3D si evolve, cerca ancora di stupire e lo fa ricorrendo alla tecnica di animazione sempre più sofisticata.
Ormai pellicce e pellicciotte dinamiche in movimento non fanno più notizia, quindi alla Pixar per la realizzazione del nuovo lungometraggio Up hanno deciso di giocare davvero pesante.
La sfida è stata quella di animare 10.000 singoli palloncini, ognuno dotato del proprio filo e delle proprie dinamiche di movimento: il vento soffia? Il palloncino si sposta influenzato non solo dallo spostamento d’aria, ma anche dalla variazione di direzione degli altri palloncini.
Tutto questo si traduce in uno sforzo di produzione immenso, il rendering di un secondo di animazione può richiedere ore, giorni…
All’inizio questa sfida era parsa impossibile, alla Pixar avevano già un ottimo simulatore fisico, un programma open-source chiamato ODE, ma non poteva gestire quella mole di dati. Si è quindi creata, come quasi sempre avviene, una soluzione ad hoc, realizzata in casa.


carl_fredricksen

 

Del resto non si poteva rinunciare ai palloncini, essi, sono i veri protagonisti del film, infatti in “Up” la storia ruota attorno al personaggio del vecchio settantottenne Carl Fredricksen, che, per sfuggire alla frustrazione della vuota vita quotidiana, decide di coronare il suo grande sogno: visitare il Sud America e per farlo non prende semplicemente un aereo ma, affezionato alle proprie abitudini e ai propri spazi come lo sono molte persone di una certa età, lega migliaia di palloncini alla sua casa e prende il volo portandosela dietro.
Il produttore Jonas Rivera rivela come l’animazione dei palloncini abbia impegnato più di un anno di lavoro ma poca cosa se si pensa che una sola scena del film, di pochi secondi, quella in cui il ragazzo capitato per caso a bordo della casa si toglie il cappello e passa le sue dita attraverso i capelli, ha impegnato il lavoro di 15 persone per sei settimane.
Naturalmente lo sforzo di rendering viene distribuito su più macchine, se pensate di realizzare in casa il prossimo lungometraggio in 3D riflettete bene, perché uno dei problemi è che un minuto di film potrebbe richiedere qualcosa come 150 settimane di calcolo del vostro PC, sempre che non ci siano effetti particolarmente complessi…



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