L’impronta digitale? Si prenderà sul cellulare

manoDa MilanoLa biometria è uno dei settori in maggiore crescita soprattutto per quanto concerne il segmento della sicurezza. Il riconoscimento biometrico può essere applicato al volto, all’iride e alle impronte digitali.
Questo, banalmente, comporta che si possa rinunciare tranquillamente a password o dispositivi di accesso alfanumerici. Se il riconoscimento avviene, ad esempio, attraverso l’iride, ognuno porta con sé la propria personalissima chiave utilizzabile solo in proprio, a meno che qualcuno non gli scalzi il bulbo oculare come avviene nel film Angeli e Demoni.
Questa nuova frontiera di autenticazione sembra diventare molto interessante per il mondo della telefonia cellulare. Infatti, visto il proliferare degli schermi touch screen, sempre più spesso ci si chiede quanto tempo dovrà passare prima che uno schermo di un iPhone, possa rilevare l’impronta digitale semplicemente appoggiando il dito e dando così accesso al sistema: niente pin o altro codice sarebbe necessario.
Questo poi avrebbe una grande importanza per rendere sicure le transazioni bancarie via cellulare. Niente più crittografia, doppia chiave o altre diavolerie: tutto perfettamente sicuro e semplice.


Al momento il problema sembra essere la scarsa risoluzione dei display touch screen che non sono, generalmente, in grado di dare una lettura abbastanza affidabile anche se si provasse a scrivere un software di supporto.
Tuttavia Apple ci ha già pensato con anticipo, infatti, ha brevettato un sistema di riconoscimento biometrico dell’impronta digitale. Si presume che in futuro gli iPhone possano avere sotto lo schermo un sensore per effettuare una scansione precisa dell’impronta del dito. Ma per il momento è ancora un brevetto.
Più avanti si è spinta la società Atrua (atrua.com) che ha messo a punto un sensore capace di rilevare l’impronta digitale da applicare ai cellulari. Si tratta però di un dispositivo esterno che va integrato nei vari modelli di telefonini, anche se la sua dimensione è davvero minima.
Sempre Apple sta studiando altre forme di autenticazione, vocale e facciale, per rendere i propri dispositivi sicuri al 100%. Si tratta comunque, in termini di mercato potenziale, di un settore che potrebbe garantire agli sviluppatori, nei prossimi anni, grandi guadagni.
Rimane un dubbio. Se l’iPhone sarà in grado di leggere l’impronta del dito, potrà poi leggere anche la mano come fanno i chiromanti?



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